19 ottobre 2010

Ma che fatica questa Rai!!!

 Ma quanto dev'essere difficile lavorare nella televisione cosiddetta "di Stato" o "pubblica" oggigiorno!!!
Pare che qualsiasi proposta, anche se sostenuta dall'interesse di investitori e spettatori e al di là del proprio valore, richieda in questo periodo di essere attentamente valutata, costantemente controllata e, in casi estremi, addirittura sospesa d'autorità.
Che i nostri bravi informatori Rai si siano dati di colpo alla militanza tanto da mettere realmente in pericolo il Paese??

Facciamo un breve resoconto:



"Annozero", celebre trasmissione di "contro-informazione" condotta da Michele Santoro, dopo un bailamme durato tutta l'estate si è presentata al via della stagione senza contratti per due degli ospiti fissi di punta (il vignettista Vauro e il tuttologo Travaglio) e con evidenti tagli a scenografie e supporti tecnici. Nonostante queste e altre vicissitudini il programma riesce ad andare in onda ma, dopo appena una puntata, il direttore generale Rai Mauro Masi già promette forti ripercussioni, fino a minacciarne la chiusura al termine del secondo appuntamento (complice un Santoro forse troppo polemico verso chi, che lui lo voglia o meno, rappresenta il datore di lavoro).

Ha fatto molto discutere gli ambienti politici anche la puntata di domenica 17 ottobre di "Report", nella quale si trattava di misteriose proprietà del premier all'estero delle quali nessuno era ancora a conoscenza. Sventato il pericolo della censura (che il solito Masi aveva anche preso in considerazione), la trasmissione ha sollevato un vero polverone, travolgendo ancora una volta i non troppo illibati ambienti della nostra politica con l'ennesimo scandalo che in Paesi più civili riporterebbe direttamente i cittadini alle urne (ma qui no, o almeno non ancora!).

Per finire, il paladino della libera informazione Mauro Masi non ha esitato a colpire nemmeno una delle più autorevoli figure del panorama culturale nazionale contemporaneo. Mi riferisco a Roberto Saviano, giornalista, autore del fortunato romanzo "Gomorra" e di numerosi interventi pubblici contro la mafia e a sostegno della legalità. Questi a partire da novembre avrebbe infatti dovuto presentare insieme al sempre ottimo Fabio Fazio il programma "Vieni con me": quattro puntate nelle quali gioie e miserie del Belpaese sarebbero state spiegate, discusse e approfondite insieme di ospiti in studio davvero d'eccezione (il premio Oscar Roberto Benigni sarebbe dovuto essere prsente alla prima serata, e il leader degli U2 Bono Vox aveva già accettato per una puntata successiva).



Bene: adducendo fantasiose motivazioni economiche, ieri il consiglio Rai ha fatto sapere che i fondi non sarebbero sufficienti per coprire i cachet di siffatti invitati illustri, e che quindi la trasmissione avrebbe dovuto ripiegare su personaggi (e temi, ovviamente!!!) meno "scottanti".
Risultato? Il programma probabilmente salterà, dato che né Saviano né Fazio ambiscono a partecipare ad un progetto mediocre o, comunque, non all'altezza delle loro capacità e prospettive.

La notizia, apparsa oggi in prima pagina anche su "La Repubblica", incuriosisce particolarmente perché, a venti giorni dalla partenza dello spettacolo, sembra abbastanza inverosimile che nessuno si sia accorto o abbia fatto notare prima il problema del budget limitato e degli ospiti troppo "costosi".
O, anche nel caso questa fosse la realtà dei fatti, incuriosirebbe quantomeno la totale mancanza di professionalità dei vertici Rai.

Incuriosisce inoltre perché la comunicazione sulla mancanza di fondi viene diffusa soltanto dopo la presentazione alla direzione della scaletta (nella prima puntata sarebbero stati approfonditi i casi delle abitazioni "caraibiche" di Berlusconi e la situazione attuale di mafia e camorra), perché l'uffico stampa di Benigni ha fatto sapere che l'attore e regista premio Oscar avrebbe preso parte al programma anche gratuitamente, perché i contenitori pubblicitari (unico parametro davvero importante nella conduzione di un'azienda televisiva) erano già praticamente tutti riempiti.

Davvero curioso non trovate?
La nostra tv di Stato sembra prender parte a una crociata contro se stessa, bombardando i propri cannoni migliori e mettendo a tacere i propri generali di maggior valore, nel segno di un Masi sempre meno "garante" e sempre più "padrone" di quella che dovrebbe essere l'informazione pubblica.

Manca solo di capire il perché; o almeno manca ai fan ancora accaniti di un sistema che, gorno dopo giorno, sta svelando tutte le facce che da più di 15 anni dominano il Paese, dalla corruzione alla censura, ma che molti ancora si ostinano a sostenere come esempio di modernità e, soprattutto, libertà.

Per gli altri, è soltanto faticoso continuare a sopportare questa Rai!!!

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