Diciamolo francamente: oggi il logo di una marca per molti conta più dell'effettivo valore o della convenienza dei prodotti stessi; in alcuni casi da solo basta a giustificare l'acquisto più di qualsiasi certificato di qualità.
Certo, per ottenere questo genere di risultati non basta scrivere il proprio nome in corsivo su un biglietto da visita (salvo eccezioni) e consegnarlo a casaccio: qui è la fantasia a fare differenza!
Alcune idee divertenti e secondo me molto efficaci.
E' necessario creare un simbolo forte e dinamico, una sintesi estrema di tutte le caratteristiche positive dell'azienda che si traduca in un unico elemento grafico, unendo in un rapporto indissolubile, e soprattutto di immediata lettura, testo e immagine.
Ma rriviamo al punto.
Oggi, mentre facevo il mio solito giretto mattutino della rete (ah, il piacere del giornale...digitale fresco di stampa), mi sono imbattuto in alcuni esempi di marchi a mio parere esemplari per la straordinaria capacità di sintesi ironica ("Say cheese"!!) degli elementi ottenuta attraverso una disarmante semplicità nel tratto e nelle forme.
Una selezione di 50 loghi (forse l'ultima condivisa dall'autorevole blog FreelanceReview) più o meno riusciti che potrebbe rivelarsi una buona fonte di ispirazione per designer di professione, oltre a un passatempo divertente per i profani che desiderino concedersi qualche minuto di pausa dal lavoro.
Per un esempio negativo, invece, si tenga per buono il nuovo logo della città di Roma; un monumento imperituro (almeno per ora) di tutto ciò che un marchio ben fatto non dovrebbe essere: complicato, troppo dettagliato, poco riconoscibile se riprodotto in piccolo e distante dalle caratteristiche effettive del luogo che vuole rappresentare (sembra una dichiarazione di superiorità verso il mondo più che un invito a visitare la città non trovate??!).
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