Videogiochi: un mondo a parte visto con terrore (spesso giustificato) sia dai genitori che ambiscono all'istruzione dei propri pargoli sia dagli educatori di professione che ne temono l'influsso nefasto sulle menti dei giovani virgulti di tutto il mondo.
E se invece vi dicessi che sul sito Games for change è possibile affrontare "virtualmente" alcune delle tematiche più scottanti della modernità in modo facile, divertente, gratuito e, soprattutto, istruttivo?
A volte andare oltre il contenitore per concentrarsi sul contenuto può non essere una cattiva idea.
Divisi in nove sezioni, ognuna corrispondente ad uno spinoso argomento del dibattito sociale moderno (povertà, guerre tra Stati e guerre civili, diritti umani, cambiamento climatico ecc.), i giochi di questa azienda completamente non profit attiva dal 2004 si propongono come strumento di supporto alle organizzazioni impegnate nel terzo settore, nel tentativo di formare coscienze maggiormente consapevoli e sensibilizzare le nuove generazioni verso le problematiche più attuali e sentite del nostro tempo.
I giocatori potranno ad esempio aiutare una famiglia di Haiti nella quotidiana lotta per la sopravvivenza e il diritto all'istruzione (Ayiti: the cost of life); trasformarsi anche solo per gioco nel presidente Obama condividendone le immense responsabilità (Executive Command); affrontare una situazione di carestia non da spettatore ma dalla parte di chi prende le decisioni (Food Force).
Attraverso il rodato meccanismo del gioco di ruolo - che come gli appassionati sapranno è certo il migliore nel creare forte identificazione con i personaggi rappresentati - gli sviluppatori mettono a disposizione di tutti gli internauti una serie di informazioni, esperienze e notizie che, avvalendosi dell'aspetto ludico, riescono a raggiungere il bersaglio della riflessione meglio e in modo più immediato di qualsiasi manfrina retorica di provenienza politica o giornalistica.
Ok ve lo concedo: il titolo era un'esagerazione, e sono abbastanza convinto che da solo difficilmente questo progetto salverà il mondo. Ma non si può negare che una maggiore consapevolezza empatica della condizione altrui, soprattutto nelle generazioni che verranno, potrebbe veramente rappresentare una base importante su cui imbastire il confronto futuro sulle questioni mondiali di maggiore importanza, creando tanto politici quanto cittadini più informati, coscienti e, quindi, liberi!
Poco importa se lo stimolo a questo nuovo sentimento verrà da un libro, da un film o da un videogioco; no?!
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